Ambasciata italiana

Palazzo Venezia

La presenza diplomatica italiana a Istanbul nel corso del diciannovesimo secolo e' storicamente deteminata dalle diverse residenze occupate dal Bailo, capo della diplomazia di Venezia. Durante il periodo bizantino, rappresentanti veneti hanno vissuto in una speciale residenza (la Han Balkapani) a Costantinopoli. Nei secoli successivi alla conquista ottomana di Costantinopoli, gli Ambasciatori veneziani occuparono diverse residenze in Galata e Pera, fino a quando, finalmente, il Palazzo di Venezia, (foto a sinistra) nel quartiere noto come Little Italia, divenne la residenza principale di Ambasciatori veneziani e successivamente Ambasciatori italiani in Istanbul.

A cavallo del diciannovesimo secolo, i cambiamenti nella vita politica della Serenissima Repubblica di Venezia, avra' un effetto drastico sul destino dell'Ambasciata Italiana. Il trattato di Campoformio, firmato il 17 ottobre 1797, ha segnato il crollo della Repubblica di Venezia, i cui territori furono ceduti all'Impero austriaco. Nel settembre 1798, il Palazzo di Venezia a Istanbul era diventato la residenza del Barone Ambasciatore austriaco Herbert Rathkeal, che ha anche preso possesso degli archivi delle bailate.

Tuttavia la proprieta' austriaca del palazzo non duro' a lungo. Il trattato di Presburgo firmato il 26 dicembre 1808, dopo la battaglia di Austerlitz, stabiliva che Venezia, Istria e Dalmazia sarebbero state trasferite all'Impero francese. Cosi, i francesi occuparono la residenza 1806-1808. Con il trattato di Vienna, l'edificio, ancora una volta passo' in mani austriache, e cosi rimase per circa un secolo fino alla sconfitta dell'Impero austro-ungarico nel 1918.

Nel frattempo, la Casa d'Italia a Mesrutiyet Caddesi e' stata utilizzata temporaneamente come Ambasciata italiana e l'Ambasciatore risiedeva in un palazzo a "Ayazpasa", che sara' convertito in "Park Hotel" negli anni successivi. Come risultato dei negoziati tra lo Stato italiano e l'Impero ottomano, in seguito, si e' deciso di costruire un nuovo edificio in "Macka" che sarebbe stato utilizzato in modo permanente come Ambasciata italiana. Tuttavia, nel tumulto della prima guerra mondiale, l'edificio non e' mai stato utilizzato.

Dopo la prima guerra mondiale e il crollo dell'impero austro-ungarico, l'Italia ha preteso la restituzione, come "patrimonio storico italiano", sia del Palazzo di Venezia a Istanbul sia l'archivio conservato nella residenza dell'Ambasciata. E' stata concessa la restituzione solo il 27 marzo 1919, grazie agli sforzi del Conte Sforza, alto commissario d'Italia a Istanbul tra il 1918 e il 1919, quando il trasferimento ufficiale e' stato formalmente decretato. Da allora fino al 1936, il Palazzo di Venezia rimase la residenza principale di Ambasciatori italiani, fino a quando l'Ambasciata e' stata spostata ad Ankara, la nuova capitale della Repubblica Turca.

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